Trasferimenti docenti: i numeri smentiscono la retorica. Il vero problema è la precarietà
La narrazione ricorrente sugli esodi di massa degli insegnanti verso il Sud viene ancora una volta smentita dai dati. Lo denuncia il segretario della FLC CGIL Friuli Venezia Giulia -Massimo Gargiulo- che mette nero su bianco cifre e analisi per fare chiarezza su un tema troppo spesso distorto.
Solo il 5% delle domande accolte
Nella nostra regione, a fronte di oltre 15.000 docenti in organico, sono state presentate 1.370 domande di trasferimento. Di queste, appena 600 sono state approvate: si tratta di un modesto 5%. Numeri che smontano qualsiasi ipotesi di “fughe” in grado di compromettere la continuità didattica.
“Non esistono basi logiche per introdurre nuovi vincoli alla mobilità”, afferma Massimo Gargiulo, segretario generale FLC CGIL FVG.
La continuità didattica non si garantisce con i vincoli
Secondo il sindacato, i vincoli alla mobilità rappresentano un uso strumentale della continuità didattica. Piuttosto, si chiede una revisione delle regole con cui i dirigenti scolastici e i consigli d’istituto assegnano i docenti alle classi, e soprattutto un intervento sulla mancata stabilizzazione del personale precario.
Il paradosso dei posti vacanti
Conclusi i trasferimenti, restano oltre 1.300 posti vacanti da coprire con supplenze. Solo nel territorio di Udine se ne contano più di 500. A questi vanno aggiunti i posti in deroga sul sostegno, portando il totale stimato a circa 3.000 cattedre scoperte.
La “fuga al Sud” è un mito
Anche l’idea della “fuga al Sud” è ormai anacronistica. Dei circa 100 docenti in uscita dalla regione, solo 70 rientrano effettivamente al Sud. In altre parole, l’11% delle domande accolte, una cifra irrisoria se rapportata ai 157 istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia.
La mobilità è un diritto
“La mobilità è un diritto contrattuale, non una minaccia alla scuola”, sottolinea Gargiulo. I docenti che scelgono di esercitarlo non possono essere trattati come privilegiati o colpevoli.
Le richieste del sindacato
Ai cittadini preoccupati per la stabilità del personale, il sindacato rivolge un invito chiaro: sostenere le battaglie per la stabilizzazione dei precari e la revisione del reclutamento. Solo così si potrà costruire una scuola davvero stabile, inclusiva e di qualità.