Scuole e denatalità : «Le dinamiche demografiche non siano l’alibi per disinvestire»

«Il calo demografico non sia utilizzato come alibi per ridurre le risorse e gli investimenti a favore dell’istruzione». A lanciare l’appello è la Flc, il sindacato scuola della Cgil, che in una nota del segretario regionale Massimo Gargiulo sollecita un confronto aperto tra la Regione, gli enti locali e tutte le rappresentanze della scuola sulle soluzioni da adottare in materia di organizzazione e dimensionamento del sistema scolastico. Dimensionamento che, sostiene Gargiulo, replicando ad alcune recenti prese di posizione, in Friuli Venezia Giulia non è stato privo di criticità , anche se diverse da quelle emerse in altre regioni. «Nel 2018-19 ““ rimarca il segretario della Flc ““ registravamo nella pianura friulana istituti comprensivi con 12 plessi annessi e circa 1.900 iscritti. L’anno successivo si è realizzato un accorpamento di istituti in zona montana che ha assommato 16 plessi di vallate diverse e circa 1.200 iscritti». Numeri «ben superiori ai livelli minimi e che non erano imposti da nessuno», sottolinea Gargiulo.
Il rischio, per la Cgil, è che anche la denatalità venga affrontata con misure e scelte non discusse e condivise con tutto il mondo della scuola, o caratterizzate da approcci come quelli che emergono nel dibattito in corso, nel quale prevalgono «approcci segmentati, da quello burocratico-amministrativo, che sostiene come inevitabile il taglio degli organici dei docenti, a quelli ancorati al profilo professionale di appartenenza». Gargiulo sollecita un approccio diverso, «di sistema» e meno passivo nei confronti della denatalità : sia a livello generale, per cercare di invertire le dinamiche demografiche attraverso incentivi all’occupazione stabile, investimenti negli strumenti di condivisione vita-lavoro e nei servizi alle famiglie, dagli asili nido al tempo pieno, sia nelle politiche scolastiche. «Se non vogliamo ridurre il decremento demografico a un’operazione contabile ““ scrive il segretario della Flc ““ dobbiamo insieme rivendicare maggiori investimenti, tradurre le nuove disponibilità dell’organico docenti in completa realizzazione della vera autonomia delle istituzioni scolastiche, impegnare nel confronto rispettoso e costante il livello politico. È rimasta invece isolata la nostra voce di protesta sul taglio dell’organico personale Ata aggiuntivo garantito dalla emergenza sanitaria. Numerose infatti sono le scuole che, terminata quella disponibilità , sono ripiombate nella fragilità organizzativa. I problemi esistono anche da noi e la discussione è aperta: facciamo in modo ““ questo l’appello finale ““ che ci aiuti a definire soluzioni condivise e lungimiranti».