Stabilizzazione precari, i sindacati dal prefetto di Trieste

«Il concorso resta in linea di principio lo strumento da utilizzare per
l’accesso al lavoro pubblico, ma quello annunciato dal Governo rischia
di rivelarsi inopportuno per i modi ed i tempi con cui viene gestito, in
un contesto di criticità  non risolte, impegni disattesi, obiettivi
mancati, diritti negati: una situazione che rende facilmente prevedibile
e inevitabile il moltiplicarsi di contenziosi». Questo l’allarme
lanciato stamane dai sindacati scuola nell’incontro con Annapaola
Porzio, prefetto di Trieste e commissario di Governo per il Fvg.
«Anche
da questa regione ““ hanno spiegato i segretari regionali Adriano Zonta
(Flc-Cgil), Donato Lamorte (Cisl scuola), Ugo Previti (Uil scuola),
Giovanni Zanuttini (Snals) e Massimo Vascotto (Gilda) ““ rivendichiamo
l’immediata apertura di un tavolo di confronto col Governo per discutere
procedure di reclutamento in grado di valorizzare la professionalità  di
chi, con il suo lavoro, ha consentito al sistema scolastico di far
fronte alle ordinarie esigenze di funzionamento». Questa la richiesta
ribadita a nome di una vasta platea di insegnanti precari di questa
regione, circa un migliaio, in attesa di una stabilizzazione pur
avendone i titoli. «Insegnanti ““ rimarcano i sindacati ““ che hanno
conseguito una costosa abilitazione, conciliando a fatica il lavoro a
scuola con le esigenze personali e familiari e che, a volte, sono
costretti a trasferirsi in altre regioni pur di lavorare. Tra questi
insegnanti della scuola dell’infanzia ingiustamente estromessi dal piano
nazionale di assunzioni col pretesto di dovere attendere l’attuazione
del percorso 0-6, poi abbandonato dalla legge di stabilità , e docenti
cui è stata preclusa la possibilità  di conseguire abilitazioni per la
mancata attivazione dei percorsi abilitanti di tirocinio formativo
attivo.
L’unica oppurtunità  loro offerta, spiegano ancora i
sindacati, «è la possibilità  di partecipare a un concorso in cui non
viene adeguatamente riconosciuto il valore del servizio svolto». Tutto
questo, aggiungono, «a causa della totale assenza di confronto tra il
Miur e le organizzazioni sindacali sulle modalità  del bando, che non può
essere affrontato ignorando la realtà  di un precariato al quale la
legge 107 sulla Buona scuola non ha dato le risposte che il Governo
aveva assunto come suo preciso impegno». Da qui la scelta di proseguire
anche a livello regionale una mobilitazione che punta all’apertura
immediata di un confronto col Governo sui criteri del concorso o su
altri percorsi di stabilizzazione per i precari con oltre 36 mesi di
servizio.