Buona scuola, istituti del Fvg ancora nel caos

Ritardi mai riscontrati in passato nell’organizzazione dell’anno scolastico, con cattedre tuttora vacanti nella primaria e nomine in stand-by nella scuola dell’infanzia, organici Ata ridotti di oltre un terzo in dieci anni e quindi insufficienti a garantire la funzionalità , la pulizia e la sicurezza delle scuole, il 30% di istituti senza un dirigente titolare, contro una media nazionale del 16%. Queste, a dispetto della legge sulla Buona scuola, le piaghe che affliggono la pubblica istruzione del Friuli Venezia Giulia, secondo i vertici dei sindacati di categoria Snals Confsal, Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, intervenuti in audizione davanti alla VI Commissione del Consiglio regionale.
Un vero e proprio grido d’allarme, il loro, non soltanto sui problemi legati all’entrata in vigore della legge 107 sulla cosiddetta “Buona scuola”, ma anche sullo stato di salute delle relazioni con l’amministrazione scolastica, sia a livello di Ufficio scolastico regionale sia di sedi provinciali. Sedi provinciali, denunciano le organizzazioni sindacali, puntando il dito sui tagli agli organici degli ex provveditorati, costrette peraltro a fare i conti con una pesantissima carenza di organici. «Una situazione ““ come si legge in un documento unitario firmato da Giovanni Zanuttini (Snals), Adriano Zonta (Cgil), Donato Lamorte (Cisl) e Ugo Previti (Uil) ““ legata principalmente al mancato avvicendamento del personale andato in pensione e che si trascina da anni, raggiungendo nella nostra regione vertici di assoluta gravità , con una riduzione degli organici amministrativi pari al 60% negli ultimi dieci anni». Da qui la richiesta al Consiglio di «intraprendere tutte le azioni politiche necessarie per invertire una tendenza che mette a rischio la sopravvivenza stessa degli uffici periferici del Miur in Friuli Venezia Giulia».
Ad aggravare la preoccupazione di Snals, Cgil, Cisl e Uil anche l’imminente trasferimento delle competenze in materia di pubblica istruzione dalle Provincie alla Regione o ai Comuni. «Ci riferiamo in particolare ““ si legge ancora nella nota unitaria ““ al fatto che il trasferimento dell’edilizia scolastica, qualora fosse confermata la scadenza del 1° aprile, verrebbe realizzato con l’attività  didattica ancora in pieno svolgimento: riteniamo pertanto non solo opportuno, ma anche necessario che la data del passaggio di competenze sia posticipata». Questo, concludono le segreterie regionali, «per non aggravare ulteriormente le difficoltà  didattiche e organizzative che stanno segnando in modo pesante il primo anno di applicazione di una legge, quella sulla Buona scuola, che sta totalmente disattendendo gli obiettivi dichiarati».